Materiali: trama, ordito e vello in pura seta naturale; tinture naturali
Dimensioni: cm 150 x 106
Annodatura: circa 1.200.000 nodi/mq
Disponibile
Materiali: trama, ordito e vello in pura seta naturale; tinture naturali
Dimensioni: cm 150 x 106
Annodatura: circa 1.200.000 nodi/mq
Disponibile
Meraviglioso tappeto di Qum persiano finemente annodato a mano con sete di primissima qualità, tinte con colori naturali capaci di donargli grande lucentezza e morbidezza; esso conta oltre 1.200.000 nodi al mq. E’ stato ideato e realizzato dalla prestigiosa scuola di Javadi e rappresenta per essa un esemplare dal profondo significato simbolico infatti il soggetto raffigurato è ispirato ad alcuni affreschi presenti nel rinomato padiglione Chehel Sotoun di Isfahan (monumento molto prestigioso voluto dallo Scià di Persia Abbas I e terminato con il suo successore, i cui giardini sono stati valutati dall’Unesco “patrimonio dell’Iran”; lo caratterizzano all’esterno molteplici colonne e al suo interno affreschi storici sormontati da altri più floreali e faunistici, tra i soggetti di questi ultimi spiccano proprio i molteplici uccellini che sono stati d’ispirazione a questo esemplare di Qum).
Nel tappeto si può notare una particolarità impiantistica infatti la posizione delle bordure non è simmetrica e questo lo rende più particolare rispetto alla tradizionale struttura con cornici parallele a due a due. Lo sfondo chiaro mette in risalto gli uccellini centrali, fulcro dell’opera, e li rende particolarmente eleganti e raffinati; per lo spazio esterno invece è stato scelto un colore che varia parecchio a seconda della luce che riceve apparendo da un rosa ad un rosso più intenso. Nelle bordure vi è una successione di vasi, come a formare una catena protettiva; alcuni di essi contengono motivi geometrici già utilizzati in passato nella produzione dei primi tappeti nomadi e ognuno è portatore di una singola storia e di un proprio significato intrinseco; oltremodo, i vasi stessi rappresentano la fonte da cui scaturisce la vita. Tra di essi si nota in particolare quello posizionato in basso al centro poiché riprende la forma della corona imperiale, ben raffigurata in alto su sfondo bianco (essa ricorda proprio gli Scià di Persia); ai lati di tale corona sono presenti due spazi riquadrati con all’interno altri due importanti padiglioni del monumento sopra citato.
Tutta la parte centrale è stata posta all’interno di in una linea che va a formare il contorno di una Mirhab, così da richiamare anche la sacralità e l’uso storico e tradizionale, tipico tali opere.
Sulla destra è presente un’alta colonna per ricordare le molteplici colonne del palazzo Chehel Sotoun: esse sono un elemento chiave dell’opera (il cui nome tradotto è proprio “40 colonne”, ovvero le 20 colonne reali e le altre 20 gemelle che si vedono rispecchiate nell’acqua antistante l’edificio).
Essenziale è poi la presenza dell’acqua grazie alla quale si dissetano alcuni uccellini: essa è l’elemento per eccellenza, simbolo della vita e del sostentamento di ogni essere vivente. Inoltre, tutti gli elementi floreali presenti nel capolavoro rimandano al giardino dell’Eden, simbolo di felicità, prosperità e perfezione.
Da entrambi i lati, prima delle frange finali, si può notare la presenza di un ultimo bordino chiaro che ospita in un cartiglio la firma della scuola produttrice, affiancata da alcuni mazzi di fiori.
Anche le frange denotano la cura che è stata profusa nella realizzazione del capolavoro, infatti è presente una particolare e complessa catenella colorata che arricchisce ulteriormente l’opera.
Si tratta dunque di uno splendido capolavoro, realizzato con i migliori materiali, ottimamente rifinito, capace di farsi apprezzare e di impreziosire magicamente un ambiente; è un tappeto che va intimamente ammirato per coglierne le sfaccettature più remote; è un’opera degna di entrare nel mondo delle opere d’arte tessili e di arricchire un’importante collezione.